Pietro SCOPETTA

Pietro Scoppetta nasce ad Amalfi il 15 febbraio 1863. Si dedica in un primo tempo agli studi di architettura, che in seguito abbandona per seguire i corsi di pittura di Giacomo Di Chirico. Abbandonati gli insegnamenti accademici, nel 1891 si trasferisce a Napoli dove inizia a esporre in parecchie rassegne organizzate dalla locale Società Promotrice, esprimendo il suo talento soprattutto nelle vedute della natia costa amalfitana e della valle dei Mulini. Tra il 1889 e il 1890 è chiamato ad affrescare insieme ad altri artisti le volte del caffè Gambrinus, elegante punto di aggregazione culturale del capoluogo partenopeo. Nello stesso periodo lavora come illustratore per alcune riviste di proprietà della casa editrice Treves (“Cronaca partenopea”, “La tavola rotonda” e “L’Illustrazione Italiana”).

Nonostante il successo commerciale e di critica raggiunto, nel 1897 decide di lasciare l’Italia per soggiornare a Londra e a Parigi. Nella capitale francese, dove dimora tra il 1897 e il 1903, si inserisce nella folta schiera di pittori partenopei attratti dalle suggestioni borghesi della Belle Epoque (Lionello Balestrieri, Arnaldo De Lisio, Ulisse Caputo, Raffaelle Ragione, Vincenzo La Bella). Dall’esperienza francese attinge elementi importanti dal confronto con le opere dei pittori Impressionisti, che però rielabora in chiave del tutto parsonale, giungendo a formulare una tecnica pittorica compendiaria e luminosa. Il periodo parigino determina anche un cambiamento profondo nelle tematiche dei suoi quadri: le rappresentazioni paesistiche del periodo precedente sono sostituite da quelle della vita borghese, nelle quali l’artista individua gli elementi di ottimismo e di tensione al futuro, che meglio si addicono alla propria indole.
Dopo il 1910 abbandona Parigi per stabilirsi a Roma, dove frequenta per un lungo periodo l’abitazione dell’amico Pietro Carrara e della sua consorte, la marchesa Maria Valdambrini. Negli ultimi anni di vita si dedica alla poesia, pubblicando nel 1919 la raccolta Ritmi del cuore con lo pseudonimo di Pictor Petrus.

Muore a Napoli il 9 novembre 1920.

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